mercoledì 21 aprile 2010

Agim Qirjaqi, autentico caposaldo del Teatro albanese.

di Brunilda Ternova

Dopo una battaglia di tre anni con la malattia dell’Alzheimer, è morto nel pomeriggio del 28 marzo scorso, all’età di 59 anni, l’attore e regista albanese Agim Qirjaqi. I colleghi lo ricordano come un artista straordinario, un regista dalla mente aperta, e un uomo riservato che decise di tenere per sé la sofferenza e il dolore della sua malattia.

Qirjaqi è stato ricoverato d'urgenza in ospedale circa un mese fa mentre attraversava una grave crisi ed è morto nel centro di riabilitazione ‘Joshua Center’. Il 29 marzo scorso, giovani e vecchi registi, attori, artisti, politici e molti ammiratori hanno reso omaggio al feretro del grande artista nella camera ardente allestita nell'atrio del Teatro Nazionale. Nel ricordarlo, i colleghi hanno voluto sottolineare il suo prezioso contributo come regista nel dare una fisionomia contemporanea al teatro albanese.

Per Ermira Gjata, docente dell’Accademia delle Belle Arti di Tirana, Qirjaqi ha segnato molto il concetto di regia, grazie alle modalità contemporanee dell’interpretazione e del fare teatro. Invece il regista Gëzim Kame si sofferma sulle sue dotti: “Agim era un artista straordinario con una cultura professionale elevata. Era completo come regista, docente, attore e soprattutto il suo modo di interpretare era particolare e originale”.

Affermazione condivisa anche dal regista Dhimiter Anagnosti che lo ricorda come “un grande attore, poliedrico, ottimo sia nei ruoli positivi che in quelli negativi. Un grande uomo, nella sua sensibilità e saggezza”. Nella collaborazione tra i due, rimane indimenticabile il ruolo del direttore fascista interpretato da Qirjaqi nel film di Anagnosti “I papaveri sui muri” (1976).

Un'altra artista che ha collaborato con Qirjaqi, l’attrice Luiza Xhuvani, suo partner in “La morte e la vergine” e “Il giardino delle rondini”, spettacoli teatrali con regia di Kiço Londo, parla dell'esperienza con lui: “Era un partner splendido con caratteristiche molto diverse e particolari dagli altri attori e con un'intelligenza assoluta. Era sempre un piacere averlo come collega. Aveva una natura che non si mescolava mai agli intrighi e alle parole. I parenti hanno perso un famigliare, noi abbiamo perso un collega, ma la nazione ha perso un grande artista”.

“Oggi siamo diventati più poveri – dichiarara il regista Kiço Londo, con il quale l’artista aveva svolto molti lavori nei ultimi anni, – A lui dobbiamo molto sia come artista che come uomo per le soddisfazioni regalataci ogni volta che intraprendeva qualcosa. Ci chiniamo davanti a lui, per la sua grande arte e per essere stato una dei capisaldi del Teatro nazionale che anche grazie al suo contributo continua a crescere.”

Vita e Carriera

L’Attore e regista Agim Qirjaqi è nato nel 1950 a Kolonjë, regione albanese del Sudest. Dopo la laurea all’Accademia delle Belle Arti di Tirana nel 1973, ha iniziato la carriera come attore preso il Teatro Nazionale. Già allora, i colleghi lo consideravano un intellettuale di raro pregio. Ben presto diventerà noto nel mondo cinematografico grazie ai film “Strade Bianche” del 1973 (alb. ‘Rrugë të Bardha’) con regia di Viktor Gjika, “I Papaveri sui muri” (alb. ‘Lulëkuqet mbi mure’) di Dhimitër Anagnosti con il quale vince il primo premio al Festival del Cinema Albanese nel 1977, “L’Ultimo Inverno” del 1976 (alb. ‘Dimri i fundit’) con regia di Kristaq Mitro e Ibrahim Muçaj, “Radiostazione” del 1979 (alb. ‘Radiostacioni’) con regia di Rikard Ljarja.

Negli anni ’80 si esibisce regolarmente sia nel teatro che nel cinema, avendo successo sia nei ruoli drammatici che in quelli comici. Durante questo periodo lavora come regista preso la televisione nazionale albanese, TVSH, realizzando come attore e regista molti telefilm artistici, tra cui “Dorina” (1980), e inizia a insegnare recitazione all’Accademia delle Belle Arti.

Nominiamo tra i film cinematografici di questo periodo “Inferno 43” del 1980 (alb. ‘Sketerre 43’) del regista Rikard Ljarja, “Alla vigilia della libertà” del 1981 (alb. ‘Në prag të lirisë’) e “Appassionata” del 1983 (alb. ‘Apasionata’) con regia di Kristaq Mitro e Ibrahim Muçaj, “Corde per violino” del 1987 (alb. ‘Tela për violinë’), “Il Circolo della Memoria” del 1987 (alb. ‘Rrethi i kujtesës’), “Le Panchine nel Parco” del 1988 (alb. ‘Stolat në park), “Missione oltre il mare” del 1988 (alb. ‘Misioni përtej detit’), ecc.

Tra i suoi ruoli come attore teatrale nominiamo opere come “Le Ombre della Notte” (alb.‘Hijet e natës’) di Vedat Kokona del 1986, “I comunisti” (alb. ‘Komunstët’) di Ruzhdi Pulaha del 1981, “La famiglia del Pescatore” (alb. ‘Familja e peshkatarit’) di Sulejman Pitarka del 1973, “Le ore di Cremino” (alb. ‘Orët e Kremlinit’) di N.Pogodin, ecc.

Tra il 1989 e il 1991, Qirjaqi si reca in Italia per una formazione di due anni con il famoso regista Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano e poi al Teatro Eliseo di Roma. Al suo rientro, anche se continua a esibirsi in teatro e nel cinema e insegnare all’Accademia, si dedica di più alla regia che era la sua passione.

Agli inizi degli anni ‘90, ha introdotto molti elementi di una particolare tipologia teatrale, quella del teatro dell’assurdo, che consiste in una articolazione artistica del concetto filosofico di assurdità dell’esistenza. Sembrava ovvia la sua passione verso questo genere teatrale e tornando in Albania, inizia a svelarlo ed esercitarlo anche nel teatro albanese. L’elenco delle sue opere come regista teatrale inizia con “Riccardo III” di Shakespeare nel 1992 e prosegue con “Fando e Lis” di Arrabal nel 1993 con il quale al Festival del Teatro del 1994 vince il premio ‘Aleksandër Moisi’, “La Pazzia della Grandezza” (alb. ‘Marrëzia e madhështisë’) di Vangjel Kozma, “La cantante calva” di Eugène Ionesco del 1994, “Il giardino delle rondini” di B.Cikloropulos nel 1998, “Un Nemico del Popolo” di Henrik Ibsen del 2000, ecc.

Negli ultimi anni ha interpretato anche ruoli cinematografici in film come “Colonnello Bunker” del 1998 di Kujtim Çashku, “Le Vittime di Tivar” (alb.’Viktimat e Tivarit’) del 1996 di Ekrem Kryeziu, e alcuni personaggi satirici e comici in “Il Matrimonio di Sako” (alb. ‘Martesa e Sakos’) del 1998 di Vladimir Prifti, “Slogan” (2001) e “Caro Nemico” (2004) di Gjergj Xhuvani e poi “Cronaca di Provincia” (alb. ‘Kronikë Provinciale”) del 2009 di Artan Minarolli.

Oltre alla creatività come regista e attore, è grande il suo impegno anche in altri campi. Traduttore dei drammi “Fando e Lis” e “La Cantante Calva”, membro del Consiglio Editoriale del Bollettino del Teatro, membro del Consiglio di Amministrazione di Alba Studio Film e dell’Accademia delle Belle Arti, Co-fondatore e primo presidente dell’Associazione Nazionale degli Artisti del Teatro (1992), Professore Assistente dal 1996 e Direttore del Teatro nazionale albanese nella stagione 2002-2003.

Con il suo particolare modo di lavorare e la sua scuola di interpretazione, Agim Qirjaqi aveva ancora un grande potenziale e tanto da dare all’arte. È stato l’artista fenomeno che ha rispecchiato nel suo lavoro la scossa della crisi dei valori morali, e in particolare quella della verità. La malattia lo ha abbattuto fisicamente, ma i suoi ruoli memorabili nel cinema e nel teatro serviranno come un esempio a tutte le nuove generazioni di artisti. Con la sua scomparsa, è venuto a mancare uno dei pilastri più importanti del teatro albanese, segnando una grande perdita per la cultura e l’arte del paese delle aquile.


Trailer “Slogans”: http://www.commeaucinema.com/bande-annonce/3126

http://www.albanianews.it/cultura/arte/item/1071-agim-qirjaqi-attore-albanese 

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