Pubblicato su www.lajmifundit.com il 3 settembre 2009
Tradotto da Brunilda Ternova
Mercoledì scorso, un rogo ha distrutto il Monastero di Shën Jovan Bigorski, conosciuto anche come il Monastero Mbigur. Per gli storici, l'evento è un duro colpo per i fatti e le testimonianze storiche degli albanesi della regione di Reka a Gostivar, tradizionalmente popolata da albanesi cristiani ortodossi. Il complesso del Monastero di Shën Jovan Bigorski è situato tra Gostivar e Dibra, nei pressi dei villaggi Rostushë, Bitushë e Trebishtë, vicino al fiume Radikë. Fino a poco tempo fa, i monaci che servivano erano albanesi ortodossi della località Reka e Keqe.
L’incidente grave si è verificato mercoledì 30 settembre, nelle prime ore del mattino, mentre sono molte le incognite sul motivo del rogo alla biblioteca e alla parte antica del monastero, situato nella zona abitata prevalentemente dalla popolazione albanese. I dati storici mostrano che il Monastero di San Bigorski, risalente all’undicesimo secolo dopo Cristo, è un monastero albanese.
"Siamo convinti che nel monastero ci fossero documenti, non solo di natura ecclesiastica ma anche storica che riguardavano il passato e il patrimonio albanese di questa zona. Si tratta di documenti risalenti al periodo tra il XV e il XVII secolo, dei quali è stata ormai persa ogni traccia", ha spiegato prof. Nebi Dervishi, Presidente dell'Associazione degli Storici Albanesi in Macedonia, sottolineando che è una grande perdita per il popolo albanese, e coincide con la propaganda macedone per l’appropriazione degli edifici tradizionali religiosi albanesi. Per Dervishi, il monastero “è conosciuto diversamente con il nome “Mbigur” ed era proprietà dei nostri avi, anche se in seguito ingenuamente abbiamo abbandonato questi nostri antichi templi".
Nella foto (che appartiene alla fine del 19-mo secolo) si vede il monastero di Shën Jovan Bigorski frequentato dagli albanesi di religione cristiano ortodosso.
Gli storici testimoniano che fino al ventesimo secolo nel monastero i riti religiosi si svolgevano in lingua albanese e il clero era albanese ortodosso. Agli inizi del ventesimo secolo, il monastero è stato appropriato e slavizzato dal clero ortodosso macedone e serbo. Il monastero di S. Bigorski ha avuto una certa importanza storica anche durante l’epoca di Scanderbeg, durante la quale era un focolare albanese e faceva parte della regione della Grande Dibra e di Ocrida.
I valori albanesi ortodossi del complesso del Monastero vengono testimoniati anche dallo storico Vehbi Xhemaili. "La chiesa St. Jovan Bigorski appartiene all’epoca bizantina, dipendeva dal Patriarcato di Costantinopoli, e ha avuto un ruolo culturale ed educativo importante per gli albanesi della zona di Reka. I riti religiosi sono stati svolti in lingua albanese fino all'arrivo dei serbi in questi territori, nel 1912.”, ha affermato Xhemaili, aggiungendo che l'area in questione è stata costantemente messa sotto pressione dai poteri slavi, al fine di slavizzare e costringere gli albanesi a rinunciare ai loro valori e tradizioni nazionali.
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