giovedì 3 giugno 2010

Estratto da “La Piattaforma dell’Albania Naturale” di Koço Danaj

Tradotto dall’albanese in italiano da Brunilda Ternova 


(pubblicato in inglese, serbo, greco, macedone)



La Base della Piattaforma
- La piattaforma dell’Albania Naturale si basa sul patrimonio positivo degli albanesi sin dall’epoca di Skanderbeg e dell'esperienza della Lega di Prizren. La Lega di Lezha nel 1444 e quella di Prizren nel 1878 rimangono le due vette degli sforzi degli albanesi per unirsi.
- La piattaforma trova fondamento nell’Assemblea di Valona, che proclamò l'Indipendenza dell’Albania Naturale e non quella dell'Albania di oggi. L'Albania oggi - con 28748 km quadrati - è un prodotto della Conferenza di Londra nel 1913.
Per quanto riguarda la sua composizione, l’Assemblea di Valona e il successivo Governo Provvisorio rappresentavano quasi tutti i territori albanesi, compresi quelli che erano occupati dagli eserciti dei paesi balcanici, dando così all’assemblea un carattere nazionale. Durante l'elezione del Governo Provvisorio, il 4 dicembre 1912, dei suoi 63 delegati, 16 erano dal Kosova, da Skopje e da altre città, mentre 7 erano da Camëria.
- Altresì nel Governo di Valona, ad eccezione di Isa Boletini - il quale, sebbene non avesse nessuna carica d’ufficio, era uno dei più stretti collaboratori di Ismail Qemali - facevano parte come membri personalità provenienti dal Kosova e da altri territori albanesi occupati, come Vehbi Dibra (Agolli) in qualità di Presidente del Comitato di Saggi, Mehmet Pashë Derralla il Ministro della Difesa e Hasan Prishtina; quest'ultimo è stato poi nominato Ministro dell'Agricoltura.
Mentre nel Comitato dei Saggi dell'Assemblea d’Albania, oltre a Vehbi Agolli, vennero eletti dal Kosova e da altri territori orientali albanesi altri tre membri - Bedri Pejani, Sali Gjuka e Ajdin Draga.
Nelle dichiarazioni rilasciate alle grandi potenze il 28 e 29 novembre del 1912, Ismail Qemali, non involontariamente evidenziò questa particolare realtà, affermando che la proclamazione d’Indipendenza e la costituzione del Governo Provvisorio furono un’opera dell’Assemblea Nazionale, con la partecipazione di rappresentanti di tutti i territori albanesi, senza distinzione religiosa e/o di regione.
Ecco un documento che testimonia chiaramente la visione dei deputati albanesi riuniti all’Assemblea di Valona. Il documento riporta la data 2 gennaio 1913. Si chiama Memorandum e viene indirizzato alla Conferenza degli Ambasciatori riuniti a Londra:
I sottoscritti, rappresentanti del Governo Provvisorio Albanese hanno l’onore di presentare davanti alla Conferenza degli Ambasciatori delle Grandi Potenze a Londra il punto di vista albanese, facendo presente le legittime richieste dell’Albania. È un fatto storicamente accertato che il popolo Albanese costituisce un gruppo etnico e compatto, omogeneo e tra i più importanti della penisola balcanica. La sua origine e il suo linguaggio, le sue usanze e il suo carattere si distinguono totalmente dalle razze limitrofe… Il popolo albanese si ispira … a esigenze locali e ai sentimenti dei vicini balcanici per dichiarare che la pace e la tranquillità della penisola saranno garantiti solo se alla futura Albania verrà data una configurazione omogenea.
Detto questo, il popolo albanese richiede per il suo Paese i suoi confini naturali, imposti sia da condizioni etniche che dal suo diritto di primo residente. I confini che rivendichiamosono quelli che andranno nel corso di una linea di demarcazione che parte dagli attuali confini del Regno del Montenegro, e che comprendono insieme al loro interland anche le città di Peja, Mitrovica, di Prishtina, di Shkup, di Manstir fino a Meçovë, conservando gli attuali confini fino a Preveza.
Firmato da, Rasih Dino, Mehmet Konica, Filip Noga.”
(Menti brillanti, chiaroveggenti, patriottiche e visionarie. Questo stesso Memorandum potrebbe essere inviato oggi agli uomini di stato dell'Unione Europea, come Solana, Barroso, Sarkozy, Brown, Merkel, Berlusconi, ecc. Cambierebbe solamente la data, niente altro, né la denominazione dei confini né il preavviso sulla pace nei Balcani!)

- La Piattaforma inoltre si basa sui documenti della Conferenza di Bujan del 31 dicembre 1943, che proclamava l'unificazione del Kosova con l'Albania che si sarebbe verificato dopo la seconda guerra mondiale. I punti principali di questa conferenza sono riportati di seguito:
"1. Kosova e Piana di Dukagjin (alb. Rrafshi i Dukagjinit) sono in gran parte abitate da albanesi.
2. L'aspirazione perenne degli albanesi di Kosova e di Rrafshi i Dukagjin è quello di unirsi all'Albania.
3. Il modo migliore per gli albanesi di unirsi all'Albania è la lotta comune con gli altri popoli della Jugoslavia.
4. Il popolo albanese del Kosova avrà la possibilità di determinare il proprio destino come un risultato della lotta comune contro gli occupatori.
5. La determinazione del proprio destino comprende anche il diritto di autodeterminazione fino al punto di rottura.
6. Questo diritto è stato concesso dai grandi alleati antifascisti e grazie alla Lotta Nazionale di Liberazione della Jugoslavia e dell'Albania, in linea con gli impegni sottoscritti nella Carta Atlantica, nonché nella Conferenza di Mosca e di Teheran.”

- La Piattaforma si basa sul giuramento dei combattenti dell’Esercito di Liberazione Nazionale del Kosova, della Repubblica di Macedonia e della Valle di Presheva. Il giuramento considera l'unificazione delle terre albanesi come il nucleo della loro lotta. Il testo del giuramento del combattente dell’Esercito di Liberazione Nazionale del Kosova recita come segue: "Io, il soldato del Esercito di Liberazione Nazionale del Kosova, giuro di combattere per la liberazione delle terre albanesi e la loro unificazione."

- La Piattaforma è conforme alla Costituzione della Repubblica d'Albania, che considera l'unificazione degli albanesi come una legittima aspirazione secolare. Nel suo Preambolo si dice quanto segue: "Noi, il popolo d’Albania ... condividendo l’aspirazione secolare del popolo albanese per l'identità nazionale e l’unificazione ...”. La consacrazione del diritto di unificazione nazionale grazie alla Costituzione dell'Albania, l'attestazione di questo diritto attraverso un referendum popolare, la sua accettazione anche da parte degli esperti internazionali della Commissione di Venezia e recentemente dagli esperti della NATO, costituisce il fondamento di base per l’architettura della missione non compiuta degli albanesi.

Perché ora?
- Perché la missione principale degli albanesi è rimasta ancora incompiuta. L’insurrezione degli albanesi negli anni 1911-1912 è rimasta una insurrezione incompiuta. Indipendenza dell'Albania è stata riconosciuta e realizzata in quanto tale, solo in una parte del territorio albanese. Le altre parti del territorio e della nazione albanese sono rimaste al di fuori e furono annesse da altri Paesi.

- La guerra cosiddetta di Liberazione Nazionale, durante la Seconda Guerra Mondiale antifascista è rimasta una rivolta incompiuta. Venne realizzata solo una parte di essa, che aveva a che fare con il concetto di "liberazione", ma è rimasta senza essere realizzata quella parte che aveva a che fare con il concetto di "nazionale". Più della metà della nazione è stata esclusa ed è rimasta fuori dai confini attuali dell’Albania.

- La rivolta del popolo albanese in Kosova che prese slancio all'inizio del 1998, è rimasta di nuovo una rivolta incompiuta. Essa realizzò solo la secessione del Kosova dalla Serbia, non ancora completando la sua seconda parte ovvero l’unione con il tronco nazionale dell'Albania.

- La rivolta degli albanesi in Macedonia nel 2001 ha avuto lo stesso destino. Iniziò come una rivolta nazionale di liberazione ma finì solo con qualche diritto umano e qualche libertà per gli albanesi; quest’ultimi dovettero accettare un altro Stato come la loro Patria.

- In realtà, il compimento della missione da parte dell’Elite politica albanese nel triangolo tra Tirana-Prishtina-Tetovë-Shkup ha un forte e incoraggiante nucleo, ed è anche una nozione europea.


Qual è il supporto storico dell’Albania Naturale?
Per quasi un secolo, gli albanesi hanno festeggiato il 28 novembre 1912, come giorno dell'indipendenza. Tuttavia, i confini amministrativi furono definiti in seguito dalla Conferenza degli Ambasciatori a Londra il 29 luglio del 1913, che con le sue decisioni, divise il territorio albanese in cinque parti.
Tutti i leader albanesi seguenti - Ahmet Zogu, Enver Hoxha, Fadil Hoxha, Shaban Polluzha, Bedri Pejani, Ali Ahmeti, Menduh Thaci, Ibrahim Rugova, Fatmir Sejdiu, Mustafa Kruja, Mehdi Frasheri, Sali Berisha, Fatos Nano, Hashim Thaci, Alfred Moisiu, Ramush Haradinaj, Agim Ceku, Rexhep Mejdani, Bamir Topi e altri, non hanno riconosciuto la Conferenza di Londra del 1913 ma solo il 28 novembre 1912. A sua volta, la comunità internazionale non ha riconosciuto il 28 novembre 1912 e ha definito i confini albanesi il 29 luglio 1913. Gli albanesi, a loro volta non hanno riconosciuto la Conferenza di Londra del 1913 ma hanno riconosciuto solamente l’Albania Naturale. Tuttavia, essi non si sono mai espressi. Pertanto, è giunto il momento di esprimersi, di fornire argomenti e di agire subito.

La piattaforma per l'Albania Naturale tiene conto della realtà politica nella regione.
Al momento attuale, le grandi potenze stano correggendo i propri errori nei confronti dei popoli dei Balcani e in particolare verso gli albanesi. Ecco alcune delle correzioni che le grandi potenze hanno fatto per gli errori commessi in precedenza:
- Il Montenegro ha riconquistato l'indipendenza, che gli era stata violentemente negata dalla Conferenza di Versailles nel 1919;
- La Bosnia ha riacquistato l'indipendenza che la Conferenza di Versailles gli negò nel 1919;
- La Piattaforma, tiene conto del fatto che non ci sono tabù tra gli ambienti politici e governi democratici regionali, riguardo i temi relativi alle questioni che hanno a che fare con il nocciolo duro delle nazioni.
- La piattaforma per l'Albania Naturale fa un’analisi approfondita e prende in considerazione i cambiamenti geo-politici regionali, i cambiamenti che vanno a favore della nazione albanese, i ri- aggiustamenti dei danni prodotti dal passato conflittuale e le rettifiche da parte delle stesse grandi potenze.

Quali sono gli strumenti per l'Albania Naturale?
- Gli strumenti per l’Albania Naturale sono il dialogo e il dibattito democratico.
- Nel corso di un secolo, gli albanesi hanno versato tanto di quel sangue da costruire più di una singola Albania. Pertanto, non c'è più bisogno di sangue. La piattaforma si basa sul motto: Un dialogo con tutti e con ciascuno, un dialogo per tutto e senza previa decisione su qualsiasi argomento.
Oggi, quando la forza del diritto è prioritaria rispetto al diritto della forza del più forte, è giunto il momento per gli albanesi di esigere i propri diritti nazionali. Di conseguenza, la Piattaforma dà priorità al dibattito, al dialogo, al rispetto per l'essenza della democrazia, vale a dire autodeterminazione dei popoli, e in particolare, al diritto e alla necessità di un referendum popolare.


Relazioni con i Paesi vicini.
Nessuno dei vicini dovrebbe avere alcun timore dell’Albania Naturale. Il nazionalismo albanese rispetta la cultura e le tradizioni dei paesi vicini e non è nient’altro che patriottismo progressista ed emancipato; Essenziale per la stabilità regionale, non insulta e non ignora le minoranze etniche e le nazioni, al contrario, le rispetta. In questo contesto il patriottismo degli albanesi è bello, desiderabile, non controverso e indispensabile per la stabilità regionale; Questo tipo di patriottismo è un ‘dovere’ per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. La Piattaforma dell’Albania Naturale accetta il patriottismo ma respinge l'etnocentrismo.
L’Albania Naturale non si basa sulle artificiosità, non si basa su miti e leggende, non va a scapito degli altri e non prevarica sugli altri popoli ma si colloca lì dove ci sono degli albanesi. Essa mira a realizzarsi non sulla storia antica o medievale, ma sulla realtà di oggi. Essa riconosce la storia, ma sa ammettere anche la realtà quando è dolorosa. Quindi cerca di dire ai suoi vicini che non dovrebbero innalzarsi sulla schiena degli albanesi, ma sulla loro schiena. L’Albania Naturale non affronta e non si occuperà delle regioni di Molla e Kuqe, Parga, Kosanica e Topica, ma si occuperà di Mitrovica, Presheva, Ulqin, Struga, Çamëria, ecc., in modo tale che esse non subiscano il destino delle loro sorelle in futuro.
La conoscenza della realtà porta anche le sue soluzioni, porta anche la sua stabilizzazione. L’occultamento di questa realtà, porta anche i traumi, l’instabilità, la violenza e i conflitti. Conoscere la realtà comprende in sé anche il dolore della verità. Oramai, questa verità è ovvia con chiarezza. I confini dell’Albania con gli altri paesi dei Balcani non sono naturali, ma sono artificiali. Così come i territori limitrofi di alcuni Stati non sono completamente naturali, ma sono artificiali. E questa artificialità appare chiaramente dal fatto che questi Stati hanno al proprio interno, territori e popolazioni albanesi. L’occultamento di questa realtà racchiude dolore e inganno che dura da un secolo. Questo inganno non può durare ancora, anche poiché, oramai è stato capito da tutti. Ma il dolore della Verità è più leggero rispetto al dolore dell’Inganno. L’Albania Naturale è parte integrante del dolore della Verità, ed ecco perché ha anche un futuro.
La situazione attuale della suddivisione dell’Albania è simile ai principati feudali risalenti al periodo dell’Impero Ottomano. Mentre, l'Albania Naturale è un concetto europeo progressista e occidentale e come tale segue i principi dell'organizzazione europea. È un concetto contemporaneo, considerando che la presente situazione dei territori albanesi è simile al periodo ottomano.

L’Albania Naturale sta al di là delle convinzioni politiche
L’Albania Naturale richiede una riunificazione, sconosciuta dagli albanesi in precedenza. Ciononostante, non richiede questa unificazione a fini di potere, ma per la nazione e per lo Stato. La richiesta di unificazione, sia per la Nazione che per lo Stato, sta al di là delle convinzioni politiche; va oltre le correnti politiche di destra e di sinistra; l’Albania Naturale si trova al di là delle associazioni politiche o altri diversi raggruppamenti. Il potere e la sua rotazione ha bisogno del dibattito sulle alternative politiche tra le varie parti.


Quali sono gli obiettivi dell’Albania Naturale?
L’Albania Naturale è progettata per trasformare la nazione albanese da un pompiere, quale è oggi, in un grande operatore di pace per la regione dei Balcani. La pace regionale e la stabilità ha bisogno di operatori di pace, non di vigili del fuoco. Ridurre il ruolo della nazione albanese a quella di un vigile del fuoco implica prevedere altri incendi nella regione.


L'Albania Naturale ha bisogno di una Londra - 2.
La piattaforma fornisce gli argomenti sulla necessità di un’altra Conferenza Internazionale di Londra - 2, allo scopo di correggere gli errori di Londra - 1 nei confronti della nazione albanese; errori questi che le grandi potenze e i loro rappresentanti hanno già riconosciuto.
Nella miriade di dichiarazioni che evidenziano l'ingiustizia contro la nazione albanese riportiamo la prima di esse, quella dell’ex ministro degli esteri britannico, Grey, dopo la Conferenza di Londra:

Londra 12 Agosto 1913.
La difficoltà di raggiungere un accordo per quanto riguarda i confini specifici dell’Albania è stata enorme. Tutti ricorderanno le difficoltà e i problemi critici riguardo i confini del nord e del nord-est dell’Albania… Io lo so benissimo che quando tutto sarà divenuto di dominio pubblico questa soluzione in molti punti sarà criticata da coloro che conoscono il Paese e giudicano la questione da un punto di vista vicino e locale. È necessario ricordare che, durante gli sforzi per trovare questa soluzione, l'obiettivo principale è stato la salvaguardia dell’accordo delle grandi potenze. E se la decisione che riguardava l’Albania è riuscita ad assicurarlo, ha fatto un’opera importante a favore della pace in Europa.”
Sir Edward Grey sbagliò, la frammentazione dell’Albania non garantì la pace in Europa: dopo un anno iniziò la prima guerra mondiale.

Oggi sulla nazione albanese esercitano il loro potere giuridico diversi accordi internazionali che non sono in nessun modo naturali. Essi sono rimasti artificiali. L’Accordo di Londra 1913, l’Accordo di Versailles 1919, l’Accordo di Yalta 1945, l’Accordo di Rambouillet 1999, l’Accordo di Kumanova 1999, l’Accordo di Koncul 2001, l’Accordo di Ocrida 2001. Sette accordi su una singola nazione!!
La loro essenza è di spezzare e ‘rattoppare’ la questione albanese, e nessuno di questi accordi ha cercato una soluzione globale. Con essi, le grandi potenze hanno elaborato una regione artificiale di nome Balcani. In seguito, l’artificiosità della regione ha prodotto il marchio politico per i Balcani - la Polveriera. Le creature più artificiali di questa regione erano due:
- La formazione del regno serbo-croato-sloveno, chiamato Jugoslavia, fu la prima creatura artificiale.
- La disgregazione della nazione albanese, divisa in cinque parti, è la seconda creatura artificiale di questa regione.

Nel frattempo, la disintegrazione della Jugoslavia era il primo passo per passare dall’artificialità alla naturalità. La fondazione di sei Stati permanenti e di uno Stato provvisorio - Kosova - è la prima fase di trasformazione dei Balcani da una regione artificiale a una regione naturale. Il suo scioglimento violento - che ha raggiunto il suo culmine con la guerra interetnica in Bosnia e con il genocidio serbo contro gli albanesi del Kosova - si spiega con il carattere ultra-nazionalista dello Stato serbo e con la malata sensibilità politica delle grandi potenze, che trovavano difficoltà ad ammettere che la loro creatura di nome Jugoslavia era un disastro.
La seconda fase è l'unificazione naturale della nazione albanese, che ha costituito fino ad ora il secondo grande artificio nella regione. Questa fase si sta avvicinando al termine del suo primo atto importante - lo Stato provvisorio del Kosova. La regione in cui la nazione albanese gioca un ruolo fondamentale ha bisogno di una riformattazione piuttosto che di un ‘rattoppamento’ e l’Albania Naturale ha bisogno di una Conferenza Internazionale. Tuttavia, non dovrebbe seguire il modello di Rambouillet, Koncul, Ohrid e simili; queste ultime hanno semplicemente cercato di ‘rattoppare’ la questione della nazione albanese. Pertanto, solo una Conferenza Internazionale, la quale avrà un approccio più stretto e completo verso la problematica della regione, potrà raggiungere questo obiettivo. In termini di presa decisionale, questo tipo di conferenza dovrebbe essere simile alla Conferenza degli Ambasciatori di Londra nel 1913.

..... continua

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