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giovedì 22 aprile 2010

‘Il mondo figurativo di Rrezeart Galica è uno dei nuovi mondi delle arti visive’



di Suzana Varvarica – Kuka
(Traduzione in lingua italiana di Brunilda Ternova)

L’artista Rrezeart Galica è nato a Prishtina, nel 1981, un anno molto significativo per il Kosova a quel tempo. Ha completato gli studi universitari nel 2005 presso la Facoltà delle Belle Arti dell’Università di Prishtina, in ‘Disegno Grafico’. Mentre nel Dipartimento di Multimedia, dove ha studiato negli anni 2006-2008, ha ottenuto il Master in Graphic Design.

Questi informazioni ci fanno pensare a Rrezeart Galica come ad un artista giovane, anche se egli ha già aperto tre mostre personali e ha già partecipato ad alcune mostre collettive.
Da una prima panoramica e dall’approccio attuale con le sue opere esposte presso il Museo di Storia Nazionale di Tirana si giunge ad alcune prime impressioni ed osservazioni. Rrezeart Galica - o ‘Giqi’, come egli viene soprannominato - riflette tramite le immagini figurative, a volte dirette ed a volte sofisticate, le sue idee riguardo il sistema sociale della sua nazione, che da tempo ha iniziato ad essere parte del mondo indipendente.


La potenza delle immagini dell’artista sta nella sua capacità intellettuale di meditare in un modo individuale riguardo fenomeni visibili di una società, tanto nella sua accezione attiva quanto in quella passiva. Galica è un artista giovane, che manifesta l’arte attraverso il disegno, tramite il quale le idee della sua generazione affrontano l’attualità, in apparenza normale e composta da elementi politici-economici-sociali ma a ben vedere realtà molto diversa dove tutti gli elementi trovano il filone principale nel XXI secolo con l’inizio di una nuova vita. L’inizio identificativo di un nuovo ambiente, come è il Kosova albanese, viene affrontato e convertito dall’artista in chiare figure, dandoci informazioni e argomenti sia trattati in precedenza che poco trattati.
Gli argomenti meno trattati rappresentano la sfida dei giovani artisti, i quali - essendo l’elemento vivo e i detentori della tecnologia - sono riusciti ad essere il contingente artistico più attivo sui grandi formati interessanti ed attrattivi, quali i manifesti, i poster, i promemoria informativi, riuscendo così a colpire con le loro idee un pubblico che corre verso la grafica digitale. Quest’ultima consente l’elaborazione e la visualizzazione della manipolazione delle idee. Servendosi ora dell’aggravarsi ora dell’atrofizzarsi del potenziale del colore, la fotografia, con la gamma di tutti i suoi colori incluso il bianco e il nero, è diventata oggi una delle arti umane più percettibili che ha bisogno di documentare e informare il pubblico moderno del XXI secolo.

L’artista Rezeart Galica, che con la sua formazione professionale-accademica di designer ogni giorno accumula esperienze creative significative, ha un linguaggio figurativo molto chiaro e pulito con cui l’informazione figurativa viene sottolineata tramite il colore, la forma, le lettere, la parola, ecc., che sono elementi importanti di conoscenza. Il suo mondo figurativo è un nuovo mondo ricco e indispensabile. La sua professionalità artistica è sulla giusta via. La sua figura mostra una combinazione importante che si sta verificando tra l’arte tradizionale e quella postmoderna, nata grazie ad una mente creativa.


Con Rrezeart Galica abbiamo effettuato questa interessante intervista.



Come e perché avete scelto Tirana per esporre le sue opere?

- L’idea della presentazione di questo progetto è venuta insieme alla continua ricerca artistica, e anche per formare un triangolo nazionale che è l’oggetto delle mie ispirazioni le quali vengono articolate attraverso i risultati artistici. Il triangolo Prishtina - Skopje - Tirana è stato il mio scopo fin dai miei inizi creativi. La mostra, inizialmente fu aperta a Prishtina, presso la Galleria del Ministero della Cultura della Repubblica del Kosova, con il discorso d’apertura dell’artista Zake Prelvukaj, che è stata anche la mia professoressa durante i miei studi. Dopodichè la mostra è stata inaugurata a Skopje, preso il Teatro Albanese, dove il discorso inaugurale è stato tenuto dal ben noto professore del design, l’accademico Shyqri Nimani.


Lei ha sostenuto finanziariamente la mostra?

- La mostra fu sostenuta dal Ministero della Cultura della Repubblica del Kosova, ma in buona parte è stata autofinanziata.


Le opere presentate, quando sono state realizzate e con quale tecnica?

- Le opere appartengono al periodo dal 2004 fino al 2008. Sono opere inizialmente presentate come delle idee; alcune di loro sono state realizzate a mano, mentre le successive sono delle realizzazioni molto più complesse effettuate con strumenti elettronici e metodi moderni, che fanno diventare questa forma d’arte ancora più speciale. Ho cercato di creare una varietà di generi artistici, per il valore dei quali può parlare il visitatore della mostra.



Si distinguono alcuni temi che lei ha cercato di dividere in tre gruppi. Perché ha optato per questo sistema?

- È vero. La mostra ha una collocazione in tre superfici nella parete espositiva, le quali raccolgono opere di contesto sociale, politico, grafiche, in cui si articolano il soggetto, i temi sociali, le tecniche, le abilità stilistiche, e il ciclo di lavori dal titolo “Highinvention”. Le prime opere che aprono l’esposizione si sono realizzate in un momento politico e sociale molto caldo, che riguardava una forma di rivolta interna in Kosova intorno agli anni 2004-2006 e anche più tardi, forse.
Le loro immagini vengono associate all’UNMIK e agli atteggiamenti di questa organizzazione internazionale, la quale ha convissuto con i problemi del Kosova, causandole anche dei nuovi problemi. Ho descritto questa parte della mia creatività come la composizione politica della rivolta. Tra le due opere selezionate sono ‘tUNg’e la ‘REZOLUTA 1244’.




Ogni persona ha il diritto di ribellarsi, ma cos’é che spinge un artista a “rivoltarsi”, specificamente in questo caso contro l’UMNIK, una organizzazione ben nota e discussa?

- L’artista ha soltanto un mezzo per esprimere le proprie idee in pubblico, che sono associate alla sua rivolta contro un fenomeno, una manifestazione, un processo che nasce e causa disordini.
Il suo strumento è l’arte. L’arte è l’unico modo con il quale l’artista può esprimere le sue sensazioni, tra cui anche la rivolta. Chiunque abbia seguito il percorso di sviluppo del Kosova – Stato, ha conosciuto anche l’organizzazione l’UNMIK, che ha segnato anche dei “fatti” amari durante la sua attività in connessione con gli interessi generali della popolazione del Kosova. L’UNMIK sbagliò e non solamente una sola volta. Con questi errori hanno convissuto e ad essi hanno partecipato anche alcuni protagonisti del Paese. La popolazione del Kosova ha messo in risalto con forme democratiche gli errori dell’attuale politica, nonché delle varie organizzazioni. Allo stesso modo, la Comunità Europea e molte altre organizzazioni internazionali, denunciarono i fenomeni negativi di questa organizzazione e di alcune nuove iniziative della classe politica in Kosova. Questa è la ragione della mia espressione figurativa.


Quanto sono noti al pubblico, i suoi due poster ‘tUNg’e la ‘REZOLUTA 1244’?

- Io credo che lo siano. Il poster ‘tUNg’ è uno dei poster più presentati al pubblico, ed è stato utilizzato anche nelle varie proteste contro l’UNMIK, le cui azioni hanno evidenziato varie volte di non essere conformi agli interessi generali del Kosova.

Continuerà a creare ispirato da fenomeni negativi e/o errori che si verificheranno di volta in volta nella nostra società, quindi anche dentro o fuori dal Paese?

- Certamente. Dipenderà dall’ispirazione. Una delle ultime opere è “L’invasione dei Media”, che ha al centro del suo tema l’intelligenza delle menti contro l’invasione delle menti, contro la violenza, contro il controllo sistematico che viene esercitato dalla politica. Credo che gli eventi e i diversi fenomeni provochino continuamente gli artisti, ed ecco perché esse non possono essere trascurate. L’Artista deve avere coraggio intellettuale per illuminare un fenomeno che non viene indagato né “pubblicato” in un dato momento. Fenomeni simili sono stati criticati anche da varie organizzazioni politiche a livello mondiale. Penso che l’arte reagisca anche quando la politica sbaglia. Ci sono molti fenomeni che l’artista deve avere il coraggio di trattare e naturalmente anche di contrastare con dignità.

Pensa che ci sia un dibattito tra le tecniche classiche o tradizionali e quelle contemporanee all’interno dell’arte in Kosova?

- Penso che ci sia, ma questo è un dibattito sulle costruzioni e sulla formazione. Gli artisti tra di loro dibattono, anche quando utilizzano approcci diversi. Ma permettetemi di citare un fatto interessante. Cito le parole del professore e scultore di spicco Fatmir Hoxha in occasione dell’inaugurazione della mia mostra a Prishtina: “... fino a ieri pensavo che l’opera d’arte potesse essere un bel lavoro solo se fatto a mano, piuttosto che per via elettronica. Però, vedendo queste creazioni credo ormai che, anche con gli strumenti nuovi, moderni, com’è il computer, si possano realizzare delle bellissime opere d’arte. Riferendomi alla creatività dell’opera “L’invasione dei Media” credo che un buon artista debba avere coraggio, idee e capacità molto forti per realizzare una tale opera d’arte.”


Mi permette di chiudere citando le parole dell’artista Zake Prelvukaj sulla sua ultima creazione “High invention”?

- Come no. Le può citare.

L’artista Zake Prelvukaj nel catalogo della mostra afferma: “... i poster come “High invention”sono lavorati e ottenuti attraverso un approccio professionale originale. Creando una risonanza diversa l’artista sa dove utilizzare l’immagine in combinazione con i dettagli specifici, che molte volte sono pericolosi quando si mettono al loro posto, creando simmetria, contrasto e concetto”.






L’articolo è stato pubblicato preso il portale degli artisti albanesi in lingua italiana AlbaCenter il 21.04.2010.
(http://www.albacenter.it/index.php?option=com_content&view=article&id=367:il-mondo-figurativo-di-rrezeart-galica-&catid=79:articoli-a-eventi&Itemid=310〈=en )

martedì 30 marzo 2010

Tefta Tashko Koço, l’usignolo albanese.

Tefta Tashko Koço, l’usignolo albanese.
di Brunilda Ternova



La soprano Tefta Tashko Koço, una delle figure rilevanti dell’interpretazione vocale in Albania, con la sua voce bellissima e autentica, durante la sua breve carriera ha sfoggiato un incredibile talento eseguendo sia musica lirica cittadina che un ricco repertorio di musica classica operistica. L'articolo ricostruisce le tappe più importanti della sua vita. Nata in Egitto nel 1910, attiva sin da piccola nella vita artistica di Korça, formata musicalmente a Parigi e Roma, l'usignolo albanese che regalò emozioni indescrivibili al pubblico dell'epoca, si spense di cancro ancora molto giovane, lasciando un vuoto incolmabile nella musica albanese.


I primi anni

Tefta Tashko Koço nacque il 2 novembre del 1910 a Fajun, in Egitto, da una famiglia intellettuale e patriottica albanese. Il padre, Thanas Tashko, originario di Frashëri nella regione di Korça, era emigrato in Egitto con la moglie Eleni Zografi, figlia del patriota Pandeli Zografi.
Thanas Tashko fu una delle figure più importanti della diaspora albanese in Egitto e fautore di numerose iniziative: editore dei giornali “Shkopi”, “Sopata” e “Rrufeja”, ideatore e attivista dei progetti nazionalisti “Fan S. Noli” e “Vatra” in America, promotore e fornitore d'armi dei patrioti di Korça che combatterono contro l’Impero Ottomano per l’indipendenza dell’Albania.

Nel 1921, a sei anni dalla sua morte, la moglie Eleni Zografi insieme con i figli, 4 maschi e 3 femmine, decise di ritornare in Albania e di stabilirsi a Korça, sua città natale, uno dei centri culturali più importanti del Paese con un'attività artistica molto vivace. Vi troviamo all’epoca la banda musicale ‘Vatra’, la Società delle Belle Arti, il gruppo musicale ‘Lira’ e molti altri gruppi artistici e culturali più piccoli ma altrettanto produttivi.

Tefta, fin da bambina fu protagonista di spettacoli musicali, e iniziò ed essere attiva nei gruppi artistici insieme con Jorgjie File Truja (un’altra artista della musica vocale albanese), partecipando come solista alle performance artistiche che venivano organizzate spesso in città. Grazie al suo talento, il 26 giugno 1926, all'età di 15 anni, si esibì nel suo primo concerto ufficiale davanti al pubblico della sua città. Queste attività artistiche determinarono il suo destino e le sue future scelte artistiche e di vita. Era nata una stella!

In Francia
Tra il 1927 e il 1935, Tefta si trasferì con la famiglia a Montpellier in Francia, e iniziò gli studi superiori musicali per canto con risultati molto promettenti. Nel 1930 inciderà a Parigi per la casa discografica “Pathe”, le prime canzoni popolari albanesi con il noto gruppo iso-polifonico lab del compositore Neço H. Muko.

Nel 1931 incominciò il primo anno di studi per canto al ‘Conservatoire National de Musique et de Déclamation’ di Parigi con maestri del calibro di Jean Sere, Leo Bermandi e André Gresse. A settembre dello stesso anno, partecipò al concorso “Un’Opera Comica”, organizzato dal Conservatorio di Parigi, interpretando il ruolo di ‘Madama Butterfly’. Selezionata all’unanimità dalla giuria tra i 127 candidati presentati, fu elogiata per le sue alte qualità vocali-interpretative, collocandosi tra i primi dei 17 ammessi. Al termine del primo anno, partecipò ad un concorso di canto lirico, aggiudicandosi il secondo premio. Invece, negli anni 1935-1936 conseguì la specializzazione sempre nell’ambito del bel canto a Roma.


Ritorno in Albania
Il profumo della sua terra però non l'aveva mai dimenticato. Il 26 novembre 1935, dopo il suo ritorno in Albania, Tefta realizzò il suo primo concerto nella città di Korça, ottenendo un grande successo. Gli anni 1935-1939 sono stati per lei un periodo caratterizzato da un grande ed intenso lavoro artistico, pieno di concerti in tutto il Paese: Tirana, Shkodra, Durrës, Korça, Elbasan, Vlora, Berat,ecc.

In una lettera al famoso compositore albanese Baki Kongoli, che risale a questi anni, accennando alle varie difficoltà che affrontava in tournée, scriveva: “Il concerto è stato accolto con entusiasmo dal pubblico. Le canzoni di Elbasan sono state gradite ottenendo grande successo. Questo quanto riguarda l'appagamento morale, invece, sul lato materiale, abbiamo dovuto pagare 37 franchi d’oro di tasca nostra per le spese di pianoforte e per i locali del concerto.”

In questi spettacoli Tefta venne inizialmente accompagnata dal pianista Tonin Guraziu, poi sostituito dalla abilissima pianista Lola Aleksi Gjoka. Nei primi anni della guerra Tefta diede una serie di concerti radio e altri dal vivo in varie città albanesi. Per qualche tempo si occupò anche della preparazione dei nuovi talenti nel Liceo Artistico, lavorandovi come docente, incarico che dovette abbandonare a causa di una malattia grave comparsa nel 1937.

Nello stesso anno, conoscerà il baritono Kristo Koço, anche lui un artista laureatosi all’estero e appena tornato in Albania. Si sposarono nel 1940 e l’anno successivo partirono per Milano, dove Tefta incise alcune canzoni di musica popolare. Al loro ritorno diede alla luce suo figlio, Eno, che seguendo le orme dei suoi genitori, diverrà negli anni a venire direttore d’orchestra di musica classica noto a livello nazionale e internazionale. Eno Koço, ha pubblicato nel 2000, un libro dedicato a sua madre intitolato “Tefta Tashko e la sua epoca” (alb. “Tefta Tashko dhe koha e saj”) in cui riporta molte testimonianze che delineano la vita di questa donna straordinaria e talentuosa.


Repertorio musicale
Tefta Tashko Koço faceva parte di quella schiera di artisti albanesi che nei primi anni del Ventesimo secolo, arricchirono il repertorio tradizionale della musica popolare e cittadina albanese con nuove forme tecniche sopraffine. Molti degli artisti di quell’epoca trasformarono - tramite le voci operistiche del soprano, del tenore e del baritono - questi due generi musicali per portarli verso la declamazione pubblica di alta qualità. Le voci dei cantanti professionisti albanesi di quegli anni, in generale si sposavano con il suono strumentale occidentale dell’orchestra, con le intonazioni temperate e in qualche misura con il fraseggio concettuale della musica colta.

Tefta Tashko Koço apparteneva all’indirizzo della musica da camera, che mostrava l’origine orale della canzone tradizionale, e a quello operistico, che si basava sulla lettura e l’elaborazione degli spartiti. Concepiva le canzoni liriche cittadine come arie o ariosi e nelle sue intenzioni principali durante le esibizioni c’era il raggiungimento dell’ispirazione melodica, la quale creava l’immagine del suono e il ritmo musicale della canzone.

Sono ben note anche oggi al pubblico albanese le canzoni del suo repertorio che appartengono a questa gamma musicale, come: “La sorgente del nostro villaggio” (alb. “Kroi i fshatit tonë”), “Mi sono affacciata alla finestra” (alb. “Dola në dritare“),“Quando mio marito giunge dalla cascina” (alb. “Kur më vjen burri nga stani”), “Oh, dove stai andando piccola ragazza” (alb.“Oh, ku po shkon moj goce e vogël”), “Io ti ho amata” (alb. “Unë o ty moj të kam dasht “),“C’erano due cognate” (alb. “Ishin dy kunata”), “Zare rosa” (alb. “Zare trëndafile”), “Usignolo birichino” (alb.“Bilbil çapkëni”), “Il fiore piange il fiore” (alb. “Qante lulja lulen”), “Sei la grazia della bellezza” (alb. “Kenke nur i bukurisë”), “Soffia il vento del nord” (alb.“Fryn Veriu”), ecc.

Molte delle canzoni del suo repertorio appartengono alle poesie create da uno dei suoi migliori amici, il grande poeta albanese Lasgush Poradeci. Troviamo quattro poesie trasformate in canzoni con la musica del compositore Dhimitër Kovaçi: “La mia gioventù” (alb. “Të rite e vitevet të mi”), “Soffia il vento del nord” (alb.“Fryn Veriu”), “La mamma parlò con lamento” (“Foli nëna me vajtim”), “La nostalgia del poeta” (alb.’Mall i vjershëtorit’). Altre due - “Quando divenni grande bambina” (alb. ‘Kur mu rite vogëloshe’) e “La sorgente del nostro paese” (alb. “Kroi i fshatit tonë”) - con la musica del compositore Kristo Kono. Mentre, “Chi ti donò la bellezza” (alb. ‘Kush ta fali bukurinë’) con la musica del compositore Dhimitër Falli.

Di lei il grande poeta Poradeci dirà: “…Tefta era un’artista che aveva deciso di fare arte e non di utilizzarla per sostentarsi. Poteva fare la docente, ma lei non ci pensava nemmeno poiché voleva vivere con il frutto della sua arte e dei concerti. Su Tefta non do semplicemente informazioni ma do tutto il mio cuore!”

Oltre alle canzoni popolari e di lirica albanese, Tefta introdusse nei suoi programmi e nelle sue esibizioni anche le arie della musica lirica classica di autori rinomati a livello mondiale come Wolfgang Amadeus Mozart, Gounod, Franz Schubert, Giuseppe Verdi, Donizetti, Pergolesi, Bellini, Puccini, Rossini, ecc.


La sua vita breve è stata molto attiva e intensa, tra concerti e spettacoli onorando se stessa e il suo Paese anche nei palchi dei teatri stranieri. Partecipò negli anni 1937 e 1938 come soprano professionista alla Fiera dell’Est a Bari. Sarà presente nel 1938 con l’artista Lola Aleksi Gjoka alla Fiera Francese a Parigi. Insieme con l’altra cantante famosa Marie Kraja e con i cantanti albanesi prestigiosi e rinomati di quegli anni - Adem Mani, Xhevat Boriçi, Kolë Vjerdha, Taip Kraja, Karlo Pali, ecc. - partecipò al Festival di Folklore tenutosi a Firenze in Italia il 30 maggio 1939.

Nel 1945, eseguì con successo il ruolo di Mimì dall’opera “La bohème” di Giacomo Puccini, poi quella di Rosina ne “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, il ruolo di Violetta ne “La Traviata” di Giuseppe Verdi, il ruolo di Leila ne “I pescatori di perle” di Georges Bizet, ecc.

Registrò due volte per la società discografica ‘Columbia’ in Italia - nel 1937 e nel 1942 - dischi contenenti numerosi brani tratti dal repertorio classico vocale e 45 canti lirici di musica cittadina albanese. Le registrazioni furono accompagnate dall’orchestra del ‘Teatro alla Scala’ guidata da direttori italiani d’orchestra come Segurini, Rizza, Consiglio e Ruisi.

Tefta aveva nel suo repertorio circa 90 canzoni popolari di tutte le regioni albanesi e circa 36 di esse furono registrate su disco negli anni 1930, 1937 e 1942 a Parigi e Milano. È da notare che in una buona parte dei casi, le registrazioni sono state effettuate in fretta e non sempre quando lo stato di voce della soprano era nella sua forma migliore. Nonostante la mancanza della buona qualità tecnica delle registrazioni 78 gpm (giri al minuto) del 1930 e di quelle effettuate in nastri nel 1940 e 1950 - qualità rinomata per quel periodo - le canzoni che contengono sono preziosissimi documenti sul concetto interpretativo della cantante.

Il suo stile di canto lirico cittadino adottò dall’arte colta la leggerezza necessaria per produrre linee melodiche eleganti. Tefta Tashko Koço è stata valutata dalla critica albanese e internazionale una soprano lirica con una formazione perfetta: timbro chiaro e vitale, intonazione pura e cristallina, tecnica vocale perfetta e performance sceniche misurate e raffinate.


Lo spegnimento della voce dell’usignolo
Gravemente malata, nel 1946 venne ricoverata in ospedale per curarsi dal cancro che la stava uccidendo e anche se cercarono di fare tutto il possibile i medici non furono in grado di salvarla dalla morte. Quella inesauribile energia che l’aveva caratterizzata per tutta la vita stava arrivando alla fine.
Intorno alla mezzanotte del 22 dicembre del 1947, all’età di soli 37 anni, si spense la vita di una grande artista eccelsa della cultura musicale albanese. Era bella, elegante, di grande stile e talento, ambiziosa, seria e costante nel suo lavoro e rigorosa nei confronti della sua perfezione artistica. La musica fu sempre parte della sua vita e del suo essere. Non riuscì a portare a termine tutti i sogni e i progetti che coltivava da anni nel settore professionale, però è riuscita a lasciarci numerosi documenti sonori che testimoniano ciò che un tempo fu considerato l’eccellenza del suo bel canto. Lei e la sua arte furono una sinergia consolidata di eleganza femminile e di cultura albanese di alto livello e ancora oggi più che mai - quando l’arte sta diventando pura apparenza e priva di contenuti - riesce a offrirci spunti per ulteriori riflessioni.
Dopo la sua morte le venne conferita il titolo nazionale “Artista del Popolo” (alb. “Artiste e Popullit”), e oggi in Albania in suo onore vengono assegnati premi e si organizzano concorsi e competizioni artistico- culturali.

Link: http://www.youtube.com/watch?v=3qBXzvJmdwk&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=5di0Xe1vf6I