Visualizzazione post con etichetta grafica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta grafica. Mostra tutti i post

domenica 18 settembre 2011

Il design grafico, un medium importante anche in Kosova.


Il design grafico, un medium importante anche in Kosova.
di Shahbaze Vishaj
(tradotto dall’albanese all’italiano da Brunilda Ternova)

Rrezeart Galica - Giqi nasce il 25 settembre del 1981 a Pristina. Durante gli anni 2000-2005 conclude i suoi studi presso la Facoltà di Belle Arti dell’Università di Prishtina in Disegno Grafico. Sempre presso la stessa Università, nel Dipartimento Multimediale, conclude anche il Master in Graphic Design nel 2008.
Rrezeart ha partecipato a sei mostre collettive, sia nazionali che internazionali, esponendo le proprie opere a Pristina, Skopje, Tirana, Tetova, ecc. A coronamento di tutta questa attività produttiva, espone ultimamente le sue opere anche a Scutari, dove esibisce chiaramente il suo impegno di artista e creatore nel campo del design grafico. Abbiamo sfruttato questa occasione per svolgere con lui una breve intervista.


Sh. Vishaj: Il campo del design grafico è abbastanza complicato rispetto ad alcuni altri rami dell’arte. Che cosa offre in realtà la progettazione grafica, a differenza delle altre espressioni artistiche?

Rrezeart Galica: Per me il disegno grafico offre le opportunità migliori nell’esprimere quello che sento e che mi stimola. Al fine di esprimere in arte l’ispirazione, un grande contributo proviene anche dalla tecnologia moderna, che impone un approccio ancora più preciso e contemporaneo nell’articolazione artistica. Il disegno grafico, essendo un importante mezzo artistico, racchiude in sé alcune discipline, come il logotipo, la tipografia, i poster, la preparazione del libro, la fotografia, ecc. Con questa varietà di discipline, credo che ogni artista trovi con facilità se stesso e riesca ad esprimersi.

Sh. Vishaj: Nel catalogo della Pinacoteca di Tetova, dove hai esposto quest’anno, l’illustre professor Kujtim Buza riporta con riconoscenza il tuo talento paragonandoti ai grandi nomi della nostra arte nazionale, come Muslim Mulliqi, Tahir Emra, Rexhep Ferri, Agim Çavdërbasha, Shyqri Nimani - tutti membri dell'Accademia delle Arti e delle Scienze del Kosovo. Indubbiamente è un peso” bello grande per un trentenne come te. Tutto ciò ti dà delle motivazioni in più nel tuo lavoro quotidiano?

Rrezeart Galica: Mi sento onorato e privilegiato quando un illustre professore del calibro di Kujtim Buza, riporta nei miei confronti tali valutazioni. Ovviamente mi fa sentire obbligato a dare il massimo, dedicandomi e impegnandomi ad essere sempre al meglio della mia creatività artistica. I nomi citati sono il fiore all’occhiello dell’arte del Kosovo, hanno onorato gli albanesi e il nostro Paese in tutto il mondo. La società kosovara sta facendo molto poco per loro. Di essi dovremmo celebrare i compleanni ed onorare gli anniversari di morte, incominciando dalle più alte gerarchie dello stato del Kosovo e fino alle associazioni degli artisti. La negligenza in tal senso e la mancanza di rispetto nei confronti di chi ci ha onorato, è una infamia per l'intera società, soprattutto per gli artisti del Kosovo.

Sh. Vishaj: Dove si riscontra la tua comunicazione interattiva con gli appassionati d’arte del tuo genere?

Rrezeart
Galica: Questo ponte di comunicazione è costruito attraverso le idee e i temi affrontati nel mio lavoro. Penso che la maggior parte delle mie opere va a toccare quello che i cittadini e gli appassionati d’arte vivono e vogliono trasmettere alle varie potenze collocate in Kosovo. L’artista deve essere un idealista e un antagonista contro ogni Potere, soprattutto in Kosovo, dove abbiamo più Potere che Stato e dove le autorità si disinteressano sia dello Stato che dei suoi cittadini. Forse in questo senso l’opinione pubblica si è identificata con il mio lavoro, creando una empatia che ha reso più facile la comunicazione tra me e loro.

Sh. Vishaj: Quale è la tua opinione riguardo la situazione attuale del linguaggio figurativo delle arti – in questo caso del disegno grafico - oggi in Kosovo e in Albania, in confronto con altre forme artistiche? Quindi, cos’è che caratterizza il linguaggio del design rispetto le altre forme delle arti visive?

Rrezeart Galica: In Kosova, il disegno grafico ha una certa tradizione dato che esisteva già da tempo un dipartimento presso la Facoltà delle Arti di Pristina. Durante il passato regime, nella ex-Jugoslavia, a differenza del sistema monista in Albania, noi non siamo stati assoggettati al principio del realismo socialista artisticamente inteso. A quel tempo, a Belgrado, esisteva un dipartimento delle arti applicate (il termine ‘design’ è stato utilizzato in seguito), dove si recavano a studiare artisti che provenivano da tutta la federazione della ex-Jugoslavia, e anche dal Kosovo.
Dopo la laurea, tanti di questi artisti frequentavano nei vari Paesi occidentali la specialistica in aree specifiche del design. Io ho avuto l’occasione di analizzare attentamente il design di quell’epoca, i loghi, i manifesti, i libri, i giornali, gli opuscoli, ecc., e sono impressionato da quanto è stato fatto al tempo in Kosovo. Nel passato gli artisti venivano incoraggiati molto di più e il loro valore veniva riconosciuto sulla base di criteri di merito.
Oggi ci sono molti grafici diplomati, ma non c’è una vera arte del ‘design’ perché in molti pensano di conoscere quest’arte con o senza un diploma. Alcuni, che in un tempo non troppo lontano si distinguevano per la loro creatività, oggi si sono trasformati in uomini d’affari che vedono l’arte allo stesso modo di come i politici vedono il Potere e la politica - calpestando egocentricamente  chiunque rappresenti una minaccia concorrenziale.
Prendiamo ad esempio il concorso che si è svolto per la bandiera e l’emblema della Repubblica del Kosovo. Le autorità hanno giocato sporco con gli artisti kosovari, facendo credere che si sarebbe svolta una equa selezione ma, nel contempo, la bandiera veniva ricamata in Turchia. Questo gioco, questo degrado, sta incominciando dall’alto e si sta diffondendo in tutta la società.

Sh. Vishaj: Un capitolo a parte nell’arte della grafica, lo ricopre anche il design del libro in generale. A che livelli si trova la preparazione del design del libro in Kosovo e in Albania?

Rrezeart Galica: In accademia, si studia la “Preparazione del libro”, ma se si va a vedere il quadro selezionato per l’insegnamento di questa materia, si capisce che la sua importanza è stata svalutata già in partenza.
In Kosovo saltuariamente ci imbattiamo in pubblicazioni che hanno l’adeguata cura artistica, perché ogni persona che possiede un computer pensa che il design sia una cosa facile da realizzare, basta cliccare il mouse. Se i progettisti creassero un’associazione, le cose andrebbero diversamente, poiché verrebbero sanzionati gli studi e le tipografie che non lavorano con progettisti formati professionalmente. Successivamente, per evitare questo soffocamento, si potrebbe concedere la licenza ad ogni artista. Penso che qualsiasi libro che merita di vedere la luce della pubblicazione, dovrebbe essere filtrato meglio anche dall’aspetto artistico. In questo caso, l’autore del libro dovrebbe essere più rigoroso nella selezione di un professionista, per finalizzare il lavoro artistico dell’immagine della sua opera.

Sh. Vishaj: Il pubblicista Gëzim Krasniqi, si esprime nei tuoi confronti dicendo che attraverso le tue opere artistiche neghi una realtà politica e giuridica che ha svantaggiato e continua a mettere in una posizione sfavorita il cittadino comune del Kosovo. Puoi offrire ai lettori un tuo parere in merito?

Rrezeart Galica: C’è da considerare che la frase menzionata si riferiva alla situazione quando l'UNMIK era il sovrano assoluto in Kosovo.
Noi, come giovani, ci siamo sentiti soffocati in una realtà di tale gestione internazionale dove trovavi delle situazioni assurde; per esempio il caso del poliziotto ricercato per crimini in Ruanda che era diventato il responsabile dell’ordine e della legge in Kosovo, oppure il caso del responsabile delle ferrovie – una persona che aveva lavorato nei porti marittimi - che proveniva da uno stato in cui le ferrovie non erano funzionanti da 40 anni. Esempi di tali anomalie c’è ne sono a decine e a centinaia. Noi siamo un popolo europeo, gli abitanti del continente della democrazia, ma anche vittime dei sistemi totalitari. Quindi, eravamo desiderosi del diritto e dell’ordine occidentale. E invece, dopo la guerra, siamo stati trasformati in una popolazione sperimentale. Quel che è peggio, anche l’EULEX  sta sperimentando e in particolare lo sta facendo l’attuale governo del Kosovo. Io temo e non voglio credere che solo il collasso totale dello Stato del Kosovo porterà la fine degli esperimenti con il popolo kosovaro. Forse solo allora andrà tutto per il meglio? La mitologia greca ci dice che dall’ordine nasce il caos. Forse!

Sh. Vishaj: Sei rinomato per il coraggio che trasmetti attraverso il tuo lavoro artistico, per l’opposizione e la resistenza contro le missioni internazionali in Kosovo (l'ONU, EULEX ecc.). Il pubblicista Shkelzen Gashi si è pronunciato dicendo che non aveva mai visto un altro artista esprimersi artisticamente come hai fatto tu. Cosa dovrebbe avere un artista come te per affrontare le pressioni che si verificano sulla popolazione del Kosovo?

Rrezeart Galica: Come cittadino Albanese del Kosovo e come artista, non posso rimanere indifferente a situazioni che vanno sempre contro gli interessi del mio Paese. Allo Stato del Kosovo è stato imposto il protettorato delle Nazioni Unite, l’Unmik, che ancora oggi continua a sussistere con un ruolo periferico, ma che è indifferente verso il benessere e le ambizioni del mio popolo. Sono indignato da una amministrazione internazionale che pensa di più al suo staff che non ad una nazione e Paese. La mia rabbia accumulata in questi anni è causata da un sistema forestiero che non ha visione e che continua a soffocare senza pietà, spingendomi a realizzare nel 2004 il poster “tUNg” (ita: “ciao” nel gergo della lingua albanese), ma che è anche eufemismo per “lamtumirë” (ita: “addio”), “ik e the qafën” (ita: “vattene e che ti si spezzi il collo”), esprimendo così le mie convinzioni e i miei sentimenti. Più tardi ho realizzato: “EUSEX” che ironizza sulla missione EULEX, nota più come spettacolo televisivo che per il lavoro concreto; il Governo Ladro (alb: H-Qeverisja) che sta terrorizzando i cittadini; L’Invasione dei Media (alb: Pushtimi i mediave) che sta soffocando l’opinione libera, ecc. Purtroppo, parlando dal punto di vista del cittadino del Kosovo, queste opere non hanno perso la loro attualità. Fortunatamente, parlando come artista, molte di queste opere sono analizzate e sono prese come oggetto di specializzazione da studenti dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, in Italia.

Sh. Vishaj: Rrezeart, per concludere vorrei chiederti come valuti le tue ultime due mostre, quella di Scutari e quella di Tetova? Cosa si riflette nelle esposizioni per gli appassionati d’arte in queste due città in parte dal gusto diverso?

Rrezeart Galica: Ho avuto una precedente esperienza con gli albanesi di Macedonia, grazie all’esposizione a Skopje, ma l’accoglienza a Tetova è stata più specifica e abbracciava sia i semplici cittadini che gli artisti e i media – quest’ultimi hanno sensibilizzato l’opinione pubblica riguardo l’apertura della mostra e dei suoi contenuti.
La comunità dell’arte a Razma di Scutari e l’esposizione sono state un’esperienza diversa, non solo per aver goduto di una natura poco conosciuta per me del nord-est dell’Albania, ma anche per le emozioni che ricevevo e riflettevo di conseguenza nelle opere artistiche. Quella parte di Scutari, a me sconosciuta fino ad allora, è meravigliosa. Questa è stata una buona occasione non solo di cercare ma anche di realizzare nuovi contatti con artisti provenienti dall’Albania e da Macedonia.

giovedì 22 aprile 2010

‘Il mondo figurativo di Rrezeart Galica è uno dei nuovi mondi delle arti visive’



di Suzana Varvarica – Kuka
(Traduzione in lingua italiana di Brunilda Ternova)

L’artista Rrezeart Galica è nato a Prishtina, nel 1981, un anno molto significativo per il Kosova a quel tempo. Ha completato gli studi universitari nel 2005 presso la Facoltà delle Belle Arti dell’Università di Prishtina, in ‘Disegno Grafico’. Mentre nel Dipartimento di Multimedia, dove ha studiato negli anni 2006-2008, ha ottenuto il Master in Graphic Design.

Questi informazioni ci fanno pensare a Rrezeart Galica come ad un artista giovane, anche se egli ha già aperto tre mostre personali e ha già partecipato ad alcune mostre collettive.
Da una prima panoramica e dall’approccio attuale con le sue opere esposte presso il Museo di Storia Nazionale di Tirana si giunge ad alcune prime impressioni ed osservazioni. Rrezeart Galica - o ‘Giqi’, come egli viene soprannominato - riflette tramite le immagini figurative, a volte dirette ed a volte sofisticate, le sue idee riguardo il sistema sociale della sua nazione, che da tempo ha iniziato ad essere parte del mondo indipendente.


La potenza delle immagini dell’artista sta nella sua capacità intellettuale di meditare in un modo individuale riguardo fenomeni visibili di una società, tanto nella sua accezione attiva quanto in quella passiva. Galica è un artista giovane, che manifesta l’arte attraverso il disegno, tramite il quale le idee della sua generazione affrontano l’attualità, in apparenza normale e composta da elementi politici-economici-sociali ma a ben vedere realtà molto diversa dove tutti gli elementi trovano il filone principale nel XXI secolo con l’inizio di una nuova vita. L’inizio identificativo di un nuovo ambiente, come è il Kosova albanese, viene affrontato e convertito dall’artista in chiare figure, dandoci informazioni e argomenti sia trattati in precedenza che poco trattati.
Gli argomenti meno trattati rappresentano la sfida dei giovani artisti, i quali - essendo l’elemento vivo e i detentori della tecnologia - sono riusciti ad essere il contingente artistico più attivo sui grandi formati interessanti ed attrattivi, quali i manifesti, i poster, i promemoria informativi, riuscendo così a colpire con le loro idee un pubblico che corre verso la grafica digitale. Quest’ultima consente l’elaborazione e la visualizzazione della manipolazione delle idee. Servendosi ora dell’aggravarsi ora dell’atrofizzarsi del potenziale del colore, la fotografia, con la gamma di tutti i suoi colori incluso il bianco e il nero, è diventata oggi una delle arti umane più percettibili che ha bisogno di documentare e informare il pubblico moderno del XXI secolo.

L’artista Rezeart Galica, che con la sua formazione professionale-accademica di designer ogni giorno accumula esperienze creative significative, ha un linguaggio figurativo molto chiaro e pulito con cui l’informazione figurativa viene sottolineata tramite il colore, la forma, le lettere, la parola, ecc., che sono elementi importanti di conoscenza. Il suo mondo figurativo è un nuovo mondo ricco e indispensabile. La sua professionalità artistica è sulla giusta via. La sua figura mostra una combinazione importante che si sta verificando tra l’arte tradizionale e quella postmoderna, nata grazie ad una mente creativa.


Con Rrezeart Galica abbiamo effettuato questa interessante intervista.



Come e perché avete scelto Tirana per esporre le sue opere?

- L’idea della presentazione di questo progetto è venuta insieme alla continua ricerca artistica, e anche per formare un triangolo nazionale che è l’oggetto delle mie ispirazioni le quali vengono articolate attraverso i risultati artistici. Il triangolo Prishtina - Skopje - Tirana è stato il mio scopo fin dai miei inizi creativi. La mostra, inizialmente fu aperta a Prishtina, presso la Galleria del Ministero della Cultura della Repubblica del Kosova, con il discorso d’apertura dell’artista Zake Prelvukaj, che è stata anche la mia professoressa durante i miei studi. Dopodichè la mostra è stata inaugurata a Skopje, preso il Teatro Albanese, dove il discorso inaugurale è stato tenuto dal ben noto professore del design, l’accademico Shyqri Nimani.


Lei ha sostenuto finanziariamente la mostra?

- La mostra fu sostenuta dal Ministero della Cultura della Repubblica del Kosova, ma in buona parte è stata autofinanziata.


Le opere presentate, quando sono state realizzate e con quale tecnica?

- Le opere appartengono al periodo dal 2004 fino al 2008. Sono opere inizialmente presentate come delle idee; alcune di loro sono state realizzate a mano, mentre le successive sono delle realizzazioni molto più complesse effettuate con strumenti elettronici e metodi moderni, che fanno diventare questa forma d’arte ancora più speciale. Ho cercato di creare una varietà di generi artistici, per il valore dei quali può parlare il visitatore della mostra.



Si distinguono alcuni temi che lei ha cercato di dividere in tre gruppi. Perché ha optato per questo sistema?

- È vero. La mostra ha una collocazione in tre superfici nella parete espositiva, le quali raccolgono opere di contesto sociale, politico, grafiche, in cui si articolano il soggetto, i temi sociali, le tecniche, le abilità stilistiche, e il ciclo di lavori dal titolo “Highinvention”. Le prime opere che aprono l’esposizione si sono realizzate in un momento politico e sociale molto caldo, che riguardava una forma di rivolta interna in Kosova intorno agli anni 2004-2006 e anche più tardi, forse.
Le loro immagini vengono associate all’UNMIK e agli atteggiamenti di questa organizzazione internazionale, la quale ha convissuto con i problemi del Kosova, causandole anche dei nuovi problemi. Ho descritto questa parte della mia creatività come la composizione politica della rivolta. Tra le due opere selezionate sono ‘tUNg’e la ‘REZOLUTA 1244’.




Ogni persona ha il diritto di ribellarsi, ma cos’é che spinge un artista a “rivoltarsi”, specificamente in questo caso contro l’UMNIK, una organizzazione ben nota e discussa?

- L’artista ha soltanto un mezzo per esprimere le proprie idee in pubblico, che sono associate alla sua rivolta contro un fenomeno, una manifestazione, un processo che nasce e causa disordini.
Il suo strumento è l’arte. L’arte è l’unico modo con il quale l’artista può esprimere le sue sensazioni, tra cui anche la rivolta. Chiunque abbia seguito il percorso di sviluppo del Kosova – Stato, ha conosciuto anche l’organizzazione l’UNMIK, che ha segnato anche dei “fatti” amari durante la sua attività in connessione con gli interessi generali della popolazione del Kosova. L’UNMIK sbagliò e non solamente una sola volta. Con questi errori hanno convissuto e ad essi hanno partecipato anche alcuni protagonisti del Paese. La popolazione del Kosova ha messo in risalto con forme democratiche gli errori dell’attuale politica, nonché delle varie organizzazioni. Allo stesso modo, la Comunità Europea e molte altre organizzazioni internazionali, denunciarono i fenomeni negativi di questa organizzazione e di alcune nuove iniziative della classe politica in Kosova. Questa è la ragione della mia espressione figurativa.


Quanto sono noti al pubblico, i suoi due poster ‘tUNg’e la ‘REZOLUTA 1244’?

- Io credo che lo siano. Il poster ‘tUNg’ è uno dei poster più presentati al pubblico, ed è stato utilizzato anche nelle varie proteste contro l’UNMIK, le cui azioni hanno evidenziato varie volte di non essere conformi agli interessi generali del Kosova.

Continuerà a creare ispirato da fenomeni negativi e/o errori che si verificheranno di volta in volta nella nostra società, quindi anche dentro o fuori dal Paese?

- Certamente. Dipenderà dall’ispirazione. Una delle ultime opere è “L’invasione dei Media”, che ha al centro del suo tema l’intelligenza delle menti contro l’invasione delle menti, contro la violenza, contro il controllo sistematico che viene esercitato dalla politica. Credo che gli eventi e i diversi fenomeni provochino continuamente gli artisti, ed ecco perché esse non possono essere trascurate. L’Artista deve avere coraggio intellettuale per illuminare un fenomeno che non viene indagato né “pubblicato” in un dato momento. Fenomeni simili sono stati criticati anche da varie organizzazioni politiche a livello mondiale. Penso che l’arte reagisca anche quando la politica sbaglia. Ci sono molti fenomeni che l’artista deve avere il coraggio di trattare e naturalmente anche di contrastare con dignità.

Pensa che ci sia un dibattito tra le tecniche classiche o tradizionali e quelle contemporanee all’interno dell’arte in Kosova?

- Penso che ci sia, ma questo è un dibattito sulle costruzioni e sulla formazione. Gli artisti tra di loro dibattono, anche quando utilizzano approcci diversi. Ma permettetemi di citare un fatto interessante. Cito le parole del professore e scultore di spicco Fatmir Hoxha in occasione dell’inaugurazione della mia mostra a Prishtina: “... fino a ieri pensavo che l’opera d’arte potesse essere un bel lavoro solo se fatto a mano, piuttosto che per via elettronica. Però, vedendo queste creazioni credo ormai che, anche con gli strumenti nuovi, moderni, com’è il computer, si possano realizzare delle bellissime opere d’arte. Riferendomi alla creatività dell’opera “L’invasione dei Media” credo che un buon artista debba avere coraggio, idee e capacità molto forti per realizzare una tale opera d’arte.”


Mi permette di chiudere citando le parole dell’artista Zake Prelvukaj sulla sua ultima creazione “High invention”?

- Come no. Le può citare.

L’artista Zake Prelvukaj nel catalogo della mostra afferma: “... i poster come “High invention”sono lavorati e ottenuti attraverso un approccio professionale originale. Creando una risonanza diversa l’artista sa dove utilizzare l’immagine in combinazione con i dettagli specifici, che molte volte sono pericolosi quando si mettono al loro posto, creando simmetria, contrasto e concetto”.






L’articolo è stato pubblicato preso il portale degli artisti albanesi in lingua italiana AlbaCenter il 21.04.2010.
(http://www.albacenter.it/index.php?option=com_content&view=article&id=367:il-mondo-figurativo-di-rrezeart-galica-&catid=79:articoli-a-eventi&Itemid=310〈=en )