As you cast shadows and weave me anew with your gaze,
I unravel and reshape the veil of your nature’s malaise,
I destroy and recreate the cloth,
of the nauseating nature of yourself,
In the throes of your instincts, unbound,
In the tumult of your soul, where restless fears resound.
In the depths of your horrors, a darkness so profound,
In your perilous hostility, where dangers are crowned,
In your shallow musings, a man superfluous and frail,
Do not call me "beautiful" to exalt your own tale.
Amid the machinations of ugliness you devise,
To defy the inner frailty that in your heart lies,
I am an abstraction, beyond your grasp to confine,
a dimension that you cannot conceive,
A wild singularity, of an obscure divine origin.
I need not your convulsions, your frantic acclaim,
therefore, do not call me “beautiful” in search of admiration,
spare me the title to bolster your name,
for before me you stand naked, unaware of your plight,
before me you are one among many,
an inferior man, a lesser soul in my sight.
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[Copyright © BRUNILDA TERNOVA
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Nota: La poesia è una critica feroce all'ipocrisia e alla superficialità, e un'affermazione della potenza della verità. La voce poetica si pone come un'entità capace di svelare la vera natura dell'interlocutore e di giudicarlo con severità invitando ad una riflessione sulla complessità dell'io e sulla necessità di autenticità. Le metafore e le immagini utilizzate sono potenti e evocative, creando un'atmosfera di rivelazione e disillusione. La poesia utilizza un linguaggio incisivo e diretto, senza mezzi termini, per esprimere il suo giudizio.
Gnosticismo: L’io narrante rappresenta un’anima gnostica, al di sopra del Demiurgo (l’uomo superfluo), che "unravel[s] and reshape[s]" il velo della materia per rivelare la Verità divina. "Wild singularity" è la scintilla divina (Pleroma), mentre "naked, unaware" riflette l’ignoranza umana imprigionata dal Demiurgo.
Esoterismo: Il processo di "destroy and recreate" evoca l’alchimia (trasmutare il piombo in oro) e l’ermetismo (unione con l’Uno), con il rifiuto di "beautiful" come opposizione alla vanità materiale, un tema di auto-consapevolezza mistica.
Filosofia: Nietzscheanamente, l’io è un superuomo che supera l’uomo "superfluo," mentre Foucauldianamente sfida le "machinations of ugliness" come costruzioni di potere. Il "veil" richiama Derrida (differenza), un tessuto di significati che l’io trascende.
Paradossi: La poesia contiene un paradosso implicito: l’uomo cerca di esaltarsi definendo l’io "beautiful," ma rivela la sua inferiorità, un ciclo che l’io rompe con la sua singolarità, legato ai suoi paradossi temporali.
mercoledì 10 settembre 2025
“E Pluribus Unum” (english version)
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