domenica 23 maggio 2021

The Guardian of the Threshold

 Il guardiano della soglia è una figura comune a diverse tradizioni esoteriche, che lo descrivono come un essere alquanto minaccioso, custode della porta di accesso ai mondi sovrasensibili, che appare al discepolo per spaventarlo e respingerlo indietro nel suo percorso di iniziazione verso la chiaroveggenza.

«Questo Abitante della Soglia ci viene incontro in varie forme: è il Cerbero che sorveglia l'ingresso dell'Ade, il Drago che San Michele con la sua forza di volontà spirituale sta per uccidere, il Serpente che tentò Eva, e la cui testa sarà schiacciata dal tallone della donna, l'Hobgoblin che osserva il luogo dove è sepolto il tesoro, ecc. È il re del male, il quale non
permetterà che nel suo regno cresca un bambino in grado di acquisire un potere superiore al suo, l'Erode dinnanzi alla cui ira il figlio divino Cristo deve fuggire in un paese straniero, senza che gli sia permesso di tornare alla sua casa (l'anima) finché il re (Ambizione, Orgoglio, Vanità, Vendetta, ecc.) non venga detronizzato o muoia.»
(Franz Hartmann, The Dweller of the Threshold, apparso su The Theosophist, vol. XI, 1889)
«Fino ad ora ti dominavano potenze che ti erano invisibili. Esse operavano in modo che durante il corso delle tue vite passate ogni tua opera buona avesse la sua ricompensa e ogni tua cattiva azione avesse tristi conseguenze. Per virtù della loro influenza il tuo carattere si è formato col frutto delle esperienze della tua vita e dei tuoi pensieri; queste potenze furono le cause del tuo destino. Esse determinarono la misura di gioia e di dolore che ti veniva assegnata in ognuna delle tue incarnazioni, a seconda della tua condotta nelle incarnazioni precedenti, e ti dominavano sotto la forma della legge universale del karma. Queste potenze abbandoneranno adesso una parte della loro direzione, e parte del lavoro ch'esse hanno fatto su di te, devi ormai compierlo da solo. [...]
Nel tuo carattere hai molti lati belli, molte macchie brutte; così degli uni come delle altre sei tu stesso la causa per via delle tue esperienze e dei tuoi pensieri passati; finora non conoscevi le cause, ti erano manifesti solo i loro effetti. [...] Ora però devono esserti rivelati tutti gli aspetti buoni e cattivi delle tue vite passate. Essi erano fino ad ora intessuti nella tua stessa entità, erano in te, e tuttavia non li potevi vedere, come fisicamente non puoi vedere il tuo proprio cervello. Ora però si liberano da te, escono dalla tua personalità; assumono una forma indipendente che tu puoi vedere, così come vedi le pietre e le piante del mondo esteriore. E sono io stesso l'entità che si è formata un corpo con le tue azioni nobili e con quelle cattive. [...] Ora, poiché sono uscito fuori di te, anche questa saggezza nascosta ti ha abbandonato; essa, d'ora innanzi, non si occuperà più di te, e affiderà il lavoro alle tue proprie mani.»
(Rudolf Steiner, L'Iniziazione [1904], trad. it. di Emmelina de Renzis, pp. 86-87, Milano, Fratelli Bocca, 1946)

Un'altra forma di iniziazione in cui si menziona il Guardiano della Soglia è quella descritta nei libri di Carlos Castaneda, il quale ha raccontato di essersi imbattuto in questa figura orribile e spaventosa durante uno stato di percezione straordinaria indotto dall'inalazione di una miscela di funghi allucinogeni della specie psilocybe mexicana.[16]

Assistito dal suo maestro Don Juan, Castaneda fu messo al corrente di come il «guardiano della soglia» sia il custode di un mondo parallelo al nostro, che occorre cercare di sconfiggere per poter diventare un «uomo di sapere», cioè capace di vedere e non semplicemente guardare come fanno tutti.

Fumata dunque la mistura, il guardiano gli si presentò come un essere mostruoso, con le fattezze di una zanzara ma dalle dimensioni gigantesche, mostrandogli un colore disgustoso sul dorso per avvertirlo di stare lontano, quindi lo assalì facendogli perdere i sensi. Don Juan spiegò in seguito a Castaneda la pericolosità di un tale incontro, avendo egli rischiato di essere rapito per sempre dal guardiano nel suo mondo, senza più possibilità di tornare indietro.


 

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