che
viene e che va,
e
si insinua da per tutto,
ma
l’autoindotto ritiro dell’Io,
che
si presenta in ogni momento,
in
queste parole inascoltate,
in
queste lettere seminate,
in
sensazioni e intime suggestioni,
che
mi innescano grovigli
di
fiamme e di dolori.
Non
mi spaventa il buio della morte,
che
si conferma senza spiegazione,
insinuandosi
in un ciclo irrisolto,
ma
la vita congelata di Me,
che
si incontra sporadicamente,
in
queste terre sommerse,
in
queste acque profonde,
in
modifiche del disegno generale,
che
distrugge per rinnovare,
le
mie introspezioni smisurate.
Non
mi sgomenta l’avvenire,
che
transita e sopraggiunge,
insinuandosi
imminente,
ma
l’umana condizione del Sé,
che
è piena di precognizioni,
in
queste risoluzioni sospese,
in
queste future elaborazioni,
per
arginare le mie incertezze.
Non
mi meraviglia la luce,
che
inonda costantemente,
e
si insinua incantata,
ma
la mia natura trascendente,
che
umana non è,
in
queste realtà esigenti,
in
queste doverose multi-dimensioni,
in
chiavi di rebus perenni,
nei
solstizi dei misteri ricorrenti.
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[Copyright © BRUNILDA TERNOVA]
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