Il reparto nr. 318 creato con ordinanza 24.12.1976 nel villaggio del Kosovo della regione di Elbasan è stato attivo dagli anni 1976 al 1990. Questo reparto era il terzo campo di concentramento per le donne anticomuniste in Albania. L'obiettivo di reinsediamento dal Qyteti Stalin fu per attuare l’attivazione di circa 400 donne anticomuniste condannate a lavorare nei campi agricoli e in altri lavori pesanti all'interno dello stesso reparto. [Nota: la città di Kuçovë durante la dittatura comunista in Albania è stata chiamata “Qyteti Stalin” in onore del dittatore sovietico Stalin fino il 5 gennaio 1991, quando tramite una legge parlamentare si è deciso di ristabilire di nuovo il nome originario].
Nel novembre del 1978 in questo campo di concentramento vi erano 426 donne in buona parte condannate per ragioni politiche. Nell’anno 1980 nel campo di concentramento vivevano 57 donne incinte mentre nel corso del 1984 c’erano in media 200- 238 detenute. Nel giugno del 1987 il numero delle detenute era ridotto in circa 120 donne e quasi il 30% di loro apparteneva ad un età compresa tra i 18 - 25 anni. Circa il 60% di loro era stata ingiustamente accusata e imprigionata per furto, il 15% per omicidio e per aver abortito, ecc. Nel corso dell’anno 1988 nel campo di concentramento cerano in media 145 - 172 donne, di cui solo 14 condanne per ragioni politiche. Nel corso dell’anno 1980 vi erano in media 173 detenute, di cui 14 donne accusate di crimini politici. Nell'aprile del 1990 vi erano 41 condannate e solo una per ragioni politiche. Nel maggio del 1990, le donne imprigionate sono state spostate nel reparto n. 325 a Tirana, poiché nel reparto n. 318, furono portate le detenute del campo di concentramento nr. 321 che provenivano dalla citta di Burrel. Il reparto nr. 318 rimase in piedi fino il 17 marzo 1991 con gli ultimi prigionieri politici dopodiché venne chiamato Istituto di Rieducazione di Lushnjë per i detenuti che commettevano crimini ordinari - una funzione che conserva ancora oggi.
Nota: nella foto dell’anno 1990 il reparto n. 318. Nel muro c'è scritto lo slogan propagandistico comunista: "Sviluppare la guerra delle classi in modo giusto e risolutamente".
fonte: cortese concessione di Kastriot Dervishi (storico, giornalista, saggista ed ex direttore degli archivi al ministero degli interni albanesi.)
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