giovedì 22 luglio 2021

L'espulsione degli albanesi - di Brunilda Ternova

 Il Kosova – toponimo originario Dardania -, conosciuta oggi giorno come "Kosovo" è una regione  storicamente albanese e appartenente agli Illiri dal 1200 B.C. Gli albanesi sono discendenti degli Illiri e gli abitanti indigeni del Kosova /Dardania. La lingua albanese, che appartiene al gruppo basilare Indo-Europeo delle lingue, ha un vocabolario distintivo, una morfologia e  delle regole fonetiche che hanno impegnato scientificamente l'attenzione di molti studi filologici. Molti studiosi e linguisti hanno affermato la discendenza dell’albanese dall'antico illirico oltre ad un substrato  pre-indoeuropeo.   Kosova/Dardania è una regione albanese, colonizzata da popolazioni slaviche che si sistemarono nel territorio durante varie onde di emigrazione e in vari momenti della storia. Sia la lingua che le tradizioni albanesi sono un indice molto chiaro e incontestabile del fatto che il Kosovo / Dardania non appartiene ai serbi. 


[foto: Albanesi deportati da Belgrado durante la prima guerra mondiale]


Secondo i documenti serbi, 239.807 persone di etnia albanese furono espatriate con la forza dall'ottobre 1912 fino al marzo del 1914, senza contare i bambini fino a sei - sette anni.  Entro l’agosto 1914 questo numero era aumentato a 281.747, di nuovo non contando i bambini  meno di sei anni. Serbia e Montenegro hanno saccheggiato 381.245 ettari di terreno abitato storicamente da albanesi in Kosova e in Macedonia. In Kosova 228.000 ettari di terreno furono occupati dai coloni serbi con circa 15.943 famiglie serbe provenienti da altrove. La "serbizzazione" del Kosova/Dardania ha continuato fino il 1941 creando in questo modo il terreno per l'elemento nazionale serbo. Durante le guerre dei Balcani del 1912, la maggior parte del Kosovo fu “regalata” da parte dell'impero ottomano al Regno di Serbia, mentre la regione di Metohija (conosciuta come la Valle del Dukagjini dagli albanesi autoctoni) è stata occupata dal Regno del Montenegro. I serbi hanno fatto agli albanesi ciò che gli ottomani avrebbero presto fatto agli Armeni – un’altra popolazione autoctona che abitava nelle loro terre.
In connessione con il rapporto delle notizie che 300 albanesi disarmati della tribù di Luma furono uccisi a  Prizren senza nessun processo, il Frankfurter Zeitung scrive nel 1913: “Nel caso in questione, furono le truppe militari regolari serbe che hanno commesso il massacro. Ma non vi è alcun dubbio che anche i massacri atroci commessi da irregolari sono stati effettuati con l'approvazione tacita e nel pieno rispetto della volontà delle autorità serbe".
All'inizio della prima guerra mondiale, a Leo Freundlich [politico tedesco, 23 aprile 1875 - 12 febbraio 1953]  gli fu detto apertamente da un funzionario serbo: “Stermineremo gli Albanesi.” Leo Freundlich  scrisse: "Nonostante le proteste europee, questa politica sistematica di sterminio degli albanesi sta continuando senza ostacoli. Di conseguenza, lo consideriamo come nostro dovere di esporre le intenzioni dei governanti serbi. I signori di Belgrado negheranno il tutto, sapendo molto bene  che la proprietà giornalistica ci impedisce di menzionare i loro nomi." Estratto dall'opera di Leo Freundlich "La Golgota dell'Albania -  Accusa agli sterminatori del popolo albanese”: Case e villaggi interi ridotti in cenere, popolazioni disarmate e innocenti massacrati in massa, incredibili atti di violenza, saccheggio e brutalità di ogni tipo. Tali erano i mezzi che sono stati impiegati e vengono ancora impiegati dai soldati serbo-montenegrini, in vista dell'intera trasformazione del carattere etnico delle regioni abitate esclusivamente dagli albanesi.”
Relazione della Commissione Internazionale sulle Guerre dei Balcani: “All'inizio del 20 ° secolo, l'Impero Ottomano, che aveva governato la regione albanese del Kosova per cinque secoli, era in disordine. Approfittandosene da questa situazione, le truppe serbe hanno invaso il territorio per occuparlo per la Serbia, attuando pulizie etniche contro la popolazione albanese.  La Conferenza degli Ambasciatori a Londra ha proposto di disegnare i confini dell'Albania secondo le statistiche etniche e religiose da riunire in loco da una commissione. I serbi si affrettarono a preparare le statistiche per loro conto con mitragliatrici, fucili e baionette.”
Il quotidiano italiano “Corriere Delle Puglie” [Bari, XXVI, 354, 21 Dicembre 1913 ] scrisse sulla relazione ufficiale che fu stata inviata alle Grandi Potenze dell’epoca con i dettagli del massacro effettuato sugli albanesi nelle regioni di Luma e di Diber, compiuti da parte delle autorità serbe dopo la proclamazione dell'Amnestia. [il materiale fu ripubblicato in : M. D. Skopansky “Les atrocités serbes d’après les témoignages américains, anglais, français, italiens, russes, serbes, suisses.”, Lausanne: Librairie Centrale des Nationalités 1919)
Nel memorandum "L'espulsione degli albanesi" preparato e presentato al governo del Regno della JugoslavIa, “l’intellettuale” e figura politica VASO Cubrilovic (1897-1990) a Belgrado nel 1937 delineava i metodi da utilizzare per rimuovere gli albanesi dal Kosova - un progetto di pulizia etnica indice di una mentalità e di un strumento tipico statale serbo  che avrebbe fatto invidia perfino a Hitler.

https://fdocuments.in/document/vasa-cubrilovic-expulsion-of-the-albanians.html

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