mercoledì 1 settembre 2021

Avvocato Alessandra Devetag

 Un video di 30 minuti, realizzato dall’avvocato Alessandra Devetag, aiuta a capire gli intrecci con le case farmaceutiche, così pure le politiche pro vaccini che sono cambiate nel nostro Paese dopo precisi impegni presi dal governo nell’ambito della Global health security agenda(Ghsa), destinata a sostenere l’attuazione del regolamento sanitario internazionale dell’Oms e che comprende undici pacchetti di misure, tra i quali la vaccinazione.

Alessandra Devetag, avvocato di Trieste, nel 2017 aveva presentato un esposto contro l’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin. L’ipotesi di reato era diffusione di notizie false e procurato allarme, per i dati sui morti a Londra. Spiega di aver avuto l’idea del video dopo aver difeso tanti genitori con figli
espulsi dall’asilo perché non erano vaccinati
Nella seconda parte del video riporta alcune storie drammatiche .
«Gli immunodepressi sono stati il grimaldello con cui giustificare l’allontanamento dei bambini da scuola,mentre nei pazienti autotrapiantati o sottoposti a chemioterapia il pericolo è proprio il contatto con un bambino vaccinato. Nel video mostro documenti di istituti oncologici italiani e inglesi».
Punta il dito anche contro la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, che ritiene infrazione deontologica sconsigliare di vaccinarsi.
«Il vero problema è che per pressione politica non abbiamo più una classe medica libera di poter valutare caso per caso l’opportunità o meno di vaccinare, di distinguere tra malattia e malattia. La vaccinazione è diventata il capolinea evolutivo della medicina preventiva, non può essere messa in discussione».
Afferma che si cerca di ostacolare il nesso causale tra vaccinazione e danno.
«Mostro cinque casi di decessi in rapporti Aifa, il nesso è sempre “non correlabile”».
Quale messaggio vuole lanciare con questo video?
«Che in nome di interessi privati si può intervenire su nostri diritti e libertà inviolabili. E che dal punto di vista giuridico c’è una frattura nel contratto sociale, il cittadino è obbligato a rinunciare alla libertà di scegliere che cosa verrà iniettato nel suo corpo perché sa che altrimenti perde diritti fondamentali come l’inclusione sociale del proprio figlio, non ammesso a scuola» .




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